Diario di lettura 12 x 17 I buoi del sole

12/X/17
Ho cominciato a leggere I buoi del sole, ma non riesco a superare il bisogno di estrapolare da quel "gramelot" le singole frasi, che in realtà ci sono e anche sintatticamente corrette (almeno in De Angelis) Lo sto leggendo contemporaneamente in inglese e nelle 3 traduzioni, ma solo sul Celati il discorso è comprensibile, a scapito però della satira e del suono dello stile linguistico ancestrale che si vuol imitare.

https://docs.google.com/document/d/1zH-4-Wk-jM4N3hCOeWoKvyvelIHC1Jgj6SOFSKdjqk4/edit

Non ne vengo fuori dal groviglio di PROPOSIZIONI principali coordinate subordinate in un italiano che mi sembra più complicato perfino dell'inglese, che imita uno stile a me sconosciuto. Devo pensare che questo episodio non sarò in grado di leggerlo e che è scritto solo per gli studiosi di storia della linguistica? Che dire poi, quando senti che potrebbe esserci sotto della satira?. Come posso partecipare alla satira di qualcosa che non conosco affatto?
Per fortuna, arrivata al 14 Episodio, ho imparato ad aver fiducia in Joyce e a non farmi saltare la mosca al naso come quando ho l'impressione di essere presa in giro da un autore (come mi è capitato a volte con la Babele di Borges) . Immagino che quando avrò inquadrato queste prime pagine nel tutto, le vedrò nella loro necessità strutturale e non come un gioco ozioso fatto solo per stupire o far sentire scemo il lettore.
Però per sopportare il nervosismo che mi provoca la lettura di queste pagine, (incomprensibili linguisticamente, ma anche per le scene descritte: la baldoria da ubriachi di studenti arroganti e, soprattutto Stephen, arrabbiati;
il loro maschilismo circa l'atto sessuale. Insomma non solo non capisco lo stile linguistico, ma neppure come possa sentirsi un branco di maschi adolescenti alle prese con i problemi della loro recente sessualità e del bisogno di sentirsi onniscienti riformatori del mondo) mi vedo costretta a leggerle nella versione del Celati che, pare, abbia avuto compassione di noi Comuni mortali.
La presente frustrazione mi fa ricordare la mia sadica insegnante di 2a media che ci faceva leggere l'Iliade nella versione del Monti e a casa dovevamo fare l'intera trascrizione in prosa, seguita da un sintetico riassunto ( che non c'era sul nostro libro come c'è, invece QUI ) solo per dimostrare come eravamo state attente (Sì, eravamo solo femmine, perché nel '51 si formavano ancora le classi scolastiche in base al CETO sociale e al GENERE sessuale) alla sua dotta lezione.
*******
13/x/17 note JoyceProject = JP (es. JH 2014 ecc..)
JP 1 Deshil Holles Eamus. = http://www.joyceproject.com/notes/140032deshileamus.htm
L'episodio 14, solitamente chiamato Bovini del Sole , si sviluppa cronologicamente attraverso una successione di stili di prosa modellati su scrittori di prosa inglese attraverso i secoli e, qui all'inizio, sulla prosa latina fin dal momento in cui l'Inghilterra è diventata inglese. I paragrafi di apertura percussiva, a partire da " Deshil Holles Eamus ", sono cantati in uno stile suggestivo di riti di fecondità tardiva latino. [Gli stili successivi verranno contrassegnati con i collegamenti arancioni, la maggior parte di essi all'inizio di un paragrafo, portando a note che iniziano con la voce " Nuovo stile "].
Secondo Stuart Gilbert ( Ulysses di James Joyce , 1930), i primi tre paragrafi sono scritti nello stile dei Fratres Arvales o Arval Frethren, un cosiddetto collegio di dodici sacerdoti romani che hanno condotto cerimonie di fertilità dedicate a Ceres e ad altri dèi pagani. Gifford osserva che le cerimonie di Arval implicavano un inno incantato scritto nei primi anni '200 e riscoperto alla fine del XIX secolo. Ognuna delle sue linee è stata suonata tre volte, e ha concluso con una Triumpho "Hurray". Joyce ha modellato la sua apertura su questa struttura triinale, rendendola triplice e concludente con " Hoopsa ".
La rappresentazione di Joyce dell'evoluzione della prosa inglese è interessante su molti livelli, non da ultimo nell'abbracciare la lingua del conquistatore. La sua inclusione di stili tardivi latini come precursori dell'inglese evidenzia che solo una volta nel capitolo, nella prima parola, egli imita i linguaggi celtici della prima Inghilterra e della prima Irlanda. Deshil " , secondo Gifford, è l' anglicazione di " deasilirlandese , deisiol, girando a destra, in senso orario, a raggi solari, un gesto rituale per attirare la fortuna e un atto di consacrazione ripetuto tre volte (PW Joyce, A Storia sociale dell'Irlanda antica [Londra, 1913], vol. 1, p. 301). " La parola irlandese si adatta quindi all'atmosfera dei popoli antichi che compiono riti sacri. Eamus"è latino per" andiamo ", così Deshil Eamus significa qualcosa di simile. Facciamo cerimonialmente a destra.
Dove? a " Holles ", dove si trova l' ospedale nazionale di maternità di Dublino Questo luogo consacrato per facilitare il parto sarà il luogo in cui si svolgono i misteri della fertilità.
JH 2014

JP 1AHolles ", dove si trova l' ospedale nazionale di maternità di Dublino .
http://www.joyceproject.com/notes/140035holles.htm

Josie Breen racconta a Bloom in Lestrygonians che Mina Purefoy è nella terza giornata di travaglio all'ospedale di Holles . In Oxen of the Sun Bloom si presenta in questo ospedale, la cui posizione è annunciata nella frase iniziale dell'episodio: " Deshil Holles Eamus ". L'azione del capitolo si svolge, come si legge più avanti nel capitolo "nella sala  comune dell'ospedale nazionale di maternità , 29, 30 e 31 strada Holles".

L'ospedale si trova nel sud-est di Dublino, a nord del parco di Merrion Square, una località che è evidenziata come il capitolo descrive da una tempesta di pioggia in movimento: "In Ely Place, la strada Baggot, prato del Duca, da qui attraverso Merrion verde fino a Holles street uno scroscio d'acqua che all'improvviso  scorre dove prima era asciutto. "La frase descrive una tempesta che si muove approssimativamente da sud-ovest a nord-est.



In Ithaca , quando Bloom e Stephen discutono di luoghi dove continuare le loro conversazioni in futuro, un posto suggerito è il luogo della loro prima conversazione: " l'Ospedale Nazionale di Maternità, 29, 30 e 31 strada Holles ".

L'ospedale nazionale di maternità è stato fondato nel 1894 e attualmente è uno dei tre ospedali di maternità a Dublino. Così tanti bambini vengono alla luce lì ogni anno che si sta esplorando un terreno per costruire locali più grandi..

JH 2014

Holles St, Grand Canal Dock, Dublin, D02 YH21, Irlanda   http://www.nmh.ie/
Fonte; http://www.thejournal.ie/national-maternity-hospital-design-team-announced-1463824-May2014/
http://www.nmh.ie/

***
https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/parto/come-funziona-il-parto-naturale-5-cose-da-sapere
Hoopsa boyaboy hoopsa!
****
JP 2" Hoopsa boyaboy hoopsa! ": Questo terzo versetto del canto di fertilità imita, secondo Gifford, "Il grido con cui un'ostetrica festeggia la nascita di un  maschio mentre lo rimbalza per stabilizzare il suo respiro".
Un neonato può aver bisogno di aiuto per iniziare a disegnare i suoi primi respiri d'aria. Oggi i medici rapidamente aspirano la via aerea per rimuovere qualsiasi fluido, ma un metodo tradizionale è stato quello di sollevare il bambino per le sue caviglie e farlo schiacciare sulle natiche, usando la gravità per dispiegare il fluido. Qualunque sia il metodo qui rappresentato, la " hoopsa " di Joyce sembra portarci dal cerimoniale riferito all'ospedale di maternità nella prima terna del canto e invocare gli dei per la fertilità nel secondo, fino al prodotto del parto che rimbalza, respira e urla qui alla conclusione del canto.

La progressiva evoluzione degli stili di prosa in Oxen of the Sun è in parallelo con il passare del tempo in attesa che Mina Purefoy partorisca, e Joyce sembra anche intendere un'analogia tra lo sviluppo della prosa inglese e lo sviluppo di un feto. Gli schemi che ha dato a Linati e Gilbert identificano la "tecnica" di questo capitolo come "sviluppo embrionale".. Gli  schemi che ha dato a Linati e Gilbert identificano la "tecnica" di questo capitolo come "sviluppo embrionale".

Come esattamente si dovrebbero capire i dettagli di questa analogia è un affare molto incerto. Molto inchiostro è stato versato legando momenti particolari nella narrazione in prosa a particolari momenti del processo gestazionale. Di tutte queste interpretazioni, la stessa di Joyce è forse la più goffa: "Bloom è lo spermatozoo, l'ospedale l'utero, le infermiere l'ovulo, Stephen l'embrione" (citato in Gifford, 408).

La sintesi generale di Gifford circa il significato dell'analogia, tuttavia, sembra molto convincente: "In effetti, la sequenza di imitazioni è una metafora sostenuta per il processo di gestazione: Joyce avrebbe assunto che in quel processo ontogenesi (lo sviluppo del singolo organismo ) ricapitola la filogenesi (la storia evolutiva della specie) - che Joyce chiamava "i periodi dell'evoluzione faunistica in generale" [Lettere 1: 140]), così lo sviluppo dello stile di prosa dell'artista embrionale riassume l'evoluzione dello stile di prosa nella storia della letteratura ". Probabilmente non è una coincidenza che il primo riferimento del romanzo a Charles Darwin arriva in Oxen of the Sun. .
JH 2014
****
https://statelyplump.files.wordpress.com/2011/10/primo-intervento-eleonora-grisolia.pdfhttps://statelyplump.wordpress.com/
LE MANDRIE DEL SOLE: il manierismo stilistico Deshil Holles Eamus, Deshil Holles Eamus, Deshil Holles Eamus. Queste le parole che, con uno scandito ritmo di metrica, introducono il capitolo e tramite le quali, secondo la critica, Joyce sembra aver imitato il primo verso del settimo canto dell’Inferno dantesco : Pape Satan, pape Satan aleppe. Lo avrebbe imitato burlescamente pur ammirando Dante, ritenendolo uno dei maggiori poeti della tradizione letteraria italiana. Cosa significano queste parole, ripetute tre volte? Misteriose quanto quelle di Dante, messe in bocca a Plutone divinità infernale. Sono voci in lingua ebraica, ritenuta la più antica di tutte? O sono termini in lingua greca che , come Dante, Joyce ignorava? Niente di tutto ciò ma semplicemente un avverbio irlandese, nome e toponimo e verbo latino. Benvenuto Cellini, per la comprensione della frase dantesca suggerisce una frase francese, da lui udita durante una lite, in un’aula del tribunale parigino: Paix, paix Satan, paix, paix Satan, allez, paix (“Pace, pace, Satana, pace, pace, Satana, andiamo in pace”); il critico ritiene l’atmosfera di quell’aula del tribunale pari a quella di un cerchio dell’ inferno dantesco e tale considera Joyce la sala d’aspetto della sezione maternità dell’ospedale, che potrebbe anche essere un richiamo all’ospedale di Trieste dove si svolgeva il travaglio di Nora, e per darne un’immagine arcana elargisce tre termini di colore misterioso, iterandoli. Ma è tutta misteriosa questa scena che verte sul mistero della concezione, gestazione e nascita dei viventi, ritenuta dall’autore segnacolo certo dell’incorrotto benefizio della onnipollente natura. E’ pertanto possibile che la fonte d’ispirazione di questo capitolo sia proprio il parto laborioso di Nora, nella Maternità dell’Ospedale Maggiore di Trieste, dove, il 26 luglio 1907, nasceva -quasi “sul lastrico”- Anna Lucia, mentre Joyce era degente per un attacco reumatico. Un’altra spiegazione, altrettanto plausibile, può consistere nel fatto che l’autore abbia voluto qui richiamare il Carmen Arvale: canto liturgico tradizionale degli Arvali (Frates Arvales), un antico collegio sacerdotale romano. I sacerdoti Arvali si dedicavano al culto della dea Cerere e officiavano sacrifici in suo onore affinché continuasse ad assicurare proprio la fertilità. Per rendere maggiormente efficace il confronto è necessario riportarne un esempio, in cui viene invocato l’aiuto d Marte e dei Lari affinché assicurino la fertilità dei campi: enosLasesiuvate enos Lases iuvate enos Lases iuvate neve lue rue Marmar sins incurrere in pleoris neve lue rue Marmar sins incurrere in pleoris neve lue rue Marmar sins incurrere in pleoris satur fu, fere Mars, limen sali, sta berber satur fu, fere Mars, limen sali, sta berber satur fu, fere Mars, limen sali, sta berber semunis alterni advocapit conctos semunis alterni advocapit conctos semunis alterni advocapit conctos enos Marmor iuvato enos Marmor iuvato enos Marmor iuvato Le parole misteriose sono, subito dopo, seguite da un’invocazione altrettanto ancestrale quale : Da’ a noi tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale e frutto del ventre. Da’ a noi tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale e frutto del ventre. Da’ a noi tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale e frutto del ventre che rappresenta uno dei pochi lievi richiami al sole e alle sue mandrie e l’unica fragile corrispondenza omerica presente in questo episodio. Il destinatario di questa invocazione è Sir. Andrew Horne, primario dell’ospedale che fa da sfondo all’intera narrazione. Ci troviamo, infatti, nel reparto maternità di Holles Street in cui Mr. Bloom si reca in occasione di una visita a Mina Purefoy, ricoverata lì da tre giorni. Qui incontra il suo Telemaco, il giovane Stephen Dedalus che, insieme ad un gruppo di giovani bevitori, in preda ai fumi dell’alcol, espone con fervore le sue idee circa il da farsi in presenza di un parto difficile che imponga la scelta tra la vita della madre e quella del bambino; tutti sono d’accordo nell’affermare che dovea la femmina vivere e il pargolo morire. Con questa affermazione, ancora una volta, Stephen manifesta il suo disappunto nei confronti della dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica, che, al contrario, è favorevole alla nascita del pargolo. Mr Bloom, come spesso è accaduto in precedenza, si limita all’ascolto non parteggiando per nessuna delle due posizioni. Tacitamente segue i discorsi che si affastellano in maniera disordinata e, a stento, cerca di sedare la fervente animazione dei giovani, poco rispettosa nei confronti nei confronti dei malati che soffrono. Il capitolo è ricco di credenze popolari sull’accoppiamento umano, la fecondazione, la concezione, la gestazione e il parto; il terribile modo di provocare il parto detto in tedesco Sturzgeburt; gli esempi di mostruosità dovuti alla concezione nel periodo catameniale. Altre credenze sulla gravidanza sono: il divieto alla donna in cinta di salire una scala per impedire che con i movimenti non provochi lo strangolamento del feto mediante il cordone ombelicale, la raccomandazione, nel caso di un desiderio insoddisfatto nella gravidanza, di toccare certa parte del corpo affinché la “voglia” si verifichi colà, senza danno estetico al nascituro. Le anomalie del labbro leporino, della polidattilia, le macchie di fragola, di vino, di caffé; la testa porcina, il pelo canino eccetera. Pratiche popolari per evitare la concezione: la maggiore efficacia delle abluzioni ed irrigazioni in confronto dei preservativi meccanici, specialmente i femminili. Al fine di armonizzare la forma narrativa con il contenuto, Joyce utilizza spesso riferimenti al seno e all’arte della medicina; assume la madre come un simbolo - guida e narra l’episodio in accordo ad una tecnica che potremmo denominare “Sviluppo embrionale”. Lo stile, infatti, cambia man mano che l’azione progredisce, e questo mutamento riflette simultaneamente la crescita del feto umano; la vicenda è raccontata in nove cicli e l’autore utilizza per ciascuno di essi la lingua di una data epoca. Dapprima il puro anglo-sassone, poi assistiamo ad una latinizzazione e ad un “infranciosamento” (Svevo). In seguito si riteutonizza passando per Chauser, Shakespeare, fino alla prosa del cardinale Newman; subito dopo assistiamo all’irrisione di un brutto dialetto americano. E’ un episodio di fondamentale importanza nell’economia dell’Ulisse -il padre spirituale incontra il figlio sostituto- ma Joyce lo nasconde dietro una sequela di parodie dei vari stili di prosa inglese che dovrebbero corrispondere allo sviluppo del feto, e in particolare, ai 9 mesi della gestazione. A dimostrazione di ciò, come ricorda il De Angelis, lo stesso Joyce in una lettera scritta a Frank Budgenm del 13 Marzo 1920, parla di un “episodio in 9 parti senza suddivisioni” . Si intrecciano due aspetti: da un lato emergono, attraverso i dialoghi tra i personaggi, aspetti fondamentali della medicina ostetricia e ginecologica, dall’altro si delinea, nell’originale ed insolita stesura linguistica, una vera e propria storia della lingua inglese e della sua evoluzione dalle origini fino al Novecento. Oltre al possibile richiamo iniziale del Carmen Arvale, ritroviamo, sparsi qua e là nel testo, le parodie della lingua latina (ripresa ironicamente dal diritto canonico e da illustri autori come Virgilio e Cicerone) e della lingua anglosassone; insomma, i due principali predecessori della lingua inglese, che potrebbero simbolicamente rimandare ai principi maschile e femminile. Procedendo con la narrazione, nella parte centrale dell’episodio, incontriamo le parodie della lingua letteraria inglese che si muovono cronologicamente in avanti e che potrebbero simboleggiare le quaranta settimane di gestazione nello sviluppo embrionale umano. I dieci paragrafi finali coincidono con la nascita del figlio della signora Purefoy che dà il segnale allo spettacolo pirotecnico del linguaggio del futuro: “meraviglioso, sommamente artificiale, quanto ingegnoso” (Svevo). Joyce qui prefigura il Finnegan’s Wake, dove la lingua puramente sonora trionfa ed ecco che scrive: Perdinci, che prende quel tipo col mackintosh? Sbren Dolone. Vedine le vestimenta. Perdincibacco! Ma cosa ha preso? Manzo sopraffino. Bovril, perdiana. Ne ha un bisogno cane. Conosceresti mai calzette corte? […] Mackintosh l’errabondo del gran cavon. A letto e rimboccato. Ora regolarmente. Niente per i piedi piatti. Pardon? Visto oggi a un runefale? Amico tuo che ha preso l’ultima paga? Pietà di Dio! Poveri marmocchi! Non me lo dire, Pold mio! Massa Pat essere bono badrone per boveri negri. Tiens, tiens, ma è cosa molto triste, questa, veramente, sì! Accidenti, accelerare su una pendenza di sette gradi. Gli assi delle ruote sono Kaputt. Musi gialli? Tiro parabolico, trac!. Qui Joyce si mostra, più che mai, ossessionato dalla duttilità della parola e porta l’analisi nel corpo della parola stessa; la altera, compone vocaboli nuovi con innesti audaci su radici che potremmo definire quasi “scorticate”; ironizza in stramberie onomatopee e suffissi mimetici; prende spunto da altre lingue, se , nel mosaico, gli occorre una maggiore espressività; trae l’ispirazione dai valori musicali, costringendoli, con arte diabolica, a parlare tramite monosillabi martellanti. La scienza del linguaggio si presenta come un capitolo principale e profondo della sua scienza universa: si mostra, infatti, dotto di linguistica comparata e di valori fonetici, di tutti gli artifizi della retorica e dei riflessi ingenui della bocca che parla. La parola che designa, la parola storicamente determinata cede il posto ad una lingua invigorita da sette secoli di letteratura inglese, condita di lingue antiche e moderne; appoggiandosi su livelli diversi della parola, Joyce respinge lontana ogni illusione di trasparenza e di linearità comunicativa raggiungendo, così, un manierismo espressivo e stilistico che sarà portato alle estreme conseguenze nel Finnegan’s Wake
***
13/1/18  
Ulisse - 14° episodio: Le mandrie del sole
versione originale inglese da  
Trad Giulio De Angelis   
Arnoldo Mondadori Editore
XI Edizione Medusa Agosto 1970
Primi  6 paragrafi

originale                                           traduzione De Angelis                    in parole povere
                                                                                                               quello che ho capito


Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus.



light one, Horhorn, quickening

and wombfruit. Send us bright one,

light one, Horhorn, quickening and wombfruit. Send us bright one,

light one, Horhorn, quickening and wombfruit.



Hoopsa boyaboy hoopsa! Hoopsa boyaboy hoopsa! Hoopsa boyaboy hoopsa!
is esteemed very little perceptive concerning whatsoever matters are being held as most profitably by mortals with sapience endowed to be studied who is ignorant of that which the most in doctrine erudite and certainly by reason of that in them high mind's ornament deserving of veneration constantly
maintain when by general consent they affirm that other circumstances being equal by no exterior splendour is the prosperity of a nation more efficaciously asserted than by the measure of how far forward may have progressed the tribute of its solicitude for that
proliferent continuance which of evils the original if it be absent
when fortunately
present constitutes the certain sign
of omnipotent nature's incorrupted benefaction.


For who is there who anything of some significance has
apprehended but is conscious that
that exterior splendour may be the
surface of a downwardtending lutulent reality or on the contrary anyone so is there inilluminated as not to perceive that as no nature's boon can
contend against the bounty of
increase so it behoves every most just citizen to become the exhortator and admonisher of his semblables and to tremble lest what had in the past been by the nation excellently commenced might be in the future not with similar excellence accomplished if an inverecund habit shall have gradually
traduced the honourable by ancestors transmitted customs to that thither of profundity that that one was audacious excessively who would have the hardihood to rise affirming that no more odious offence can for anyone be than to oblivious neglect
to consign that
evangel simultaneously command and promise which  on all mortals with prophecy of abundance or with diminution's menace that exalted of reiteratedly procreating function ever irrevocably enjoined?


we shall wonder if,
as the best historians relate, among the Celts,
who nothing that
was not in its nature admirable admired, the art of
medicine shall have been highly honoured. Not to speak of hostels, leperyards, sweating chambers,
plaguegraves,
their greatest doctors, the O'Shiels, the O'Hickeys, the O'Lees, have sedulously set down the divers methods by which the sick and the relapsed found again health whether the malady had been the trembling withering or loose boyconnell flux. Certainly in every public work which in it anything of gravity contains preparation should be with importance commensurate and therefore a plan was by them
adopted (whether by having preconsidered or as the maturation of experience it is difficult in being said which the discrepant opinions of subsequent inquirers are not up to the present congrued to render manifest) whereby maternity was so far from all accident possibility removed that whatever care the patient in that all hardest of woman hour chiefly required and not solely for thecopiously opulent but also for her who not being sufficiently moneyed scarcely and often not even scarcely could subsist valiantly and for an inconsiderable emolument was provided.

To her nothing already then and thenceforward was anyway able to be molestful for this chiefly
felt all citizens except
with proliferent mothers prosperity at all not to can be and as they had received eternity gods mortals generation to befit them her beholding, when
the case was so having itself, parturient in vehicle thereward carrying desire immense among all one another was impelling on of her to be received into that domicile.


O thing of prudent nation not merely in being seen but also even in being related worthy of being praised that they her by anticipation went seeing mother, that she by them
suddenly to be about to be cherished had been begun she felt!

Within womb won he worship. Whatever in that one case done commodiously
done was. A couch by
midwives attended with wholesome food reposeful, cleanest swaddles as though forthbringing were now done and by wise foresight set: but to this no less of what drugs there is need and surgical implements which are pertaining to her case not omitting aspect of all very distracting spectacles in various latitudes by our terrestrial orb offered together
with images, divine and human, the
cogitation of which by
sejunct females is to tumescence conduciveor eases issue
in the high sunbright wellbuilt
fair home of mothers
when, ostensibly far gone
and reproductitive, it is come by her thereto to lie in, her term up.

  *** Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus.
Da a noi, tu lucente, tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale

e frutto del ventre. Da a noi, tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale e

frutto del ventre. Da a noi, tu lucente,

tu luminoso, Horhorn, spirto vital e frutto del ventre.

Op-là maschietto op-là! Op-là, maschietto, op-là! Op-là, maschietto, op-là!


**** Universalmente stimasi essere quella persona di acume minimamente perspicace rispetto a qual si sia materia tenuta in conto di profittevole dai mortali di sapienzia provveduti quale oggetto di studio, la quale è ignorante di quello che i più eruditi nella dottrina sicuramente in virtù di questo adornamento dell'elevato loro spirito meritevoli di venerazione costantemente sostengono nello affermare con unanime consenso, a parità di ogni altra circostanza, da verun decoro esterno essere la prosperità d'una nazione più effettualmente asseverata che dalla misura dell'estensione del progredire del tributo della sua sollecitudine per quella proliferante continuità che di ogni male è fonte quando vien meno mentre all'inverso qualora sia fortunatamente presente constituisce segnacolo certo d'incorrotto benefizio della onnipollente natura.


Dappoiché chi è quegli che alcunché d'una certa qual significazione abbia appreso, non sia consciente che quello esterno decoro può ben essere la superficie di una lutulenta realtà incline ad adimarsi ovvero al contrario chi può esser sì obnubilato da non percepire che come verun benefizio di natura può contendere contro la provvidenza della moltiplicazione così giova, ogni probo cittadino il volgersi ad esortare e ammonire i suoi simili e paventare che quanto ebbe inizio in passato dalla nazione eccellentemente non abbia ad essere in futuro con non similare eccellenza compiuto qualora un abito d'invereconda dovesse gradualmente far tralignare le onorevoli dagli avi tradite costumanze a un tal punto di bassura che quegli sarebbe stato eccessivamente temerario che avesse avuto

l'ardire di sorgere ad affermare non poter esservi più odioso crimine per parte di chiunque dello negligere obliviosamanente di consegnare quello evangelico comandamento e insieme promissione che a tutti i mortali con profezia di abbondanza o con minaccia di diminuzione ha sempremai quella sublime funzione del reiterato procreare irrevocabilmente ingiunto?
Non a cagione di questo resteremo noi dunque ammirati se, come i migliori storici ci tramandano, tra i Celti, i quali niente che non fosse per sua natura mirabile ammiravano, l'arte della medicina sia stata tenuta in tanto onore. Per tacere degli ospitali, dei leprosarii, delle camere d'essudazione, delle fosse della peste bubbonica,
i loro maggiori cerusici, gli O'Shiel, gli O'Hickey, gli O'Lees, hanno sedulosamente dettatoi metodi diversi per i quali i malati e i recidivi recuperavano la sanità
sia che il morbo fosse il parletico o il giallo flusso fecale.
Sicuramente in ogni pubblica opera che alcunché di grave comporti la preparazione dovrebbe all'importanza esser commensurata e pertanto un disegno fu da coloro all'uopo adottato (fosse virtù di preveggenza o fosse la maturazione dell'esperienza è difficile il dirlo dappoiché le discrepanti opinioni dei susseguenti inquisitori non sono tuttora pervenute a una fruttifera congruenza) per lo che la maternità fosse da ogni accidentale caso protetta sì che qual si sia cura per la paziente in quell'ora asperrima per una femmina si richiedesse e non solamente per l'opulentemente facoltosa ma anche per colei che fortuna avesse avuto a dispitto e potesse a mala pena e sovente neppure a mala pena sostentarsi fosse validamente e per un infimo emolumento provveduta.

A costei nulla già allora e nel séguito era in niun modo tale da esserle di molestia perché questo era primariamente sentito da tutti i cittadini, non essere cioè se non per madri prolifere prosperità possibile, e siccome avevano ricevuto iddii l'eternità mortali la generazione acconcia a loro considerando, quando così davasi il caso, la partoriente in
veicolo ivi transportando desiderio immenso in tutti l'una l'altra urgendo di essere in quel domicilio accolte.
O gesta di prudente nazione
non solamente al vedersi ma puranco al riferire degna d'ogni lode in quanto
essi in lei per anticipazione vedevano la madre, in quanto che essa da loro subitamente d'essere per essere blandita sentivasi!
Infante ingenerato in sorte ebbe letizia. Nel ventre venne venerato. Ciò che acconcio cade in tal caso fu acconciamente fatto. Un giaciglio dalle mammane circondato con sano cibo ristoratore e pannilini lindissimi quasi il parto già compiuto fosse con preveggenza disposti: senza contare
i medicamenti di cui è mestieri e arnesi di cerusico acconci al
caso e senza obliare l'aspetto de più
ameni spettacoli in differenti latitudini
del nostro globo terrestre offerto insieme alle immagini, divine et umane, la cogitazione delle quali per parte di femmine tratte all'ospitale tumescenza produce ovvero agevola il fuorescere nella eccelsa assolata ben costrutta splendida magione delle madri allorquando, ostensibilmente avanzata nel processo e sul punto di riprodursi, convien ch'essa ivi giaccia, ché la sua ora è venuta.

  *** Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus. Deshil Holles Eamus.

Da a noi, tu lucente, tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale

e frutto del ventre. Da a noi, tu lucente, tu luminoso, Horhorn, spirto vitale e

frutto del ventre. Da a noi, tu lucente,

tu luminoso, Horhorn, spirto vital e frutto del ventre.

Op-là maschietto op-là! Op-là, maschietto, op-là! Op-là, maschietto, op-là

Da sempre i sapienti















affermano con unanime consenso che la prosperità di una nazione dipende soprattutto da una costante sollecitudine dei suoi cittadini a procreare ininterrottamente.

Chi non comprendesse ciò sarebbe da tutti stimato  uomo ignorante e di scarsa intelligenza.
Mentre è palese che la mancanza di  una procreazione costante sia fonte di ogni male e che, al contrario, la sua presenza costituisca un segno certo dell’incorrotto  beneficio della onnipollente natura.
E poiché chiunque abbia un briciolo di giudizio può comprendere  come






nessun altro beneficio della natura  sia più importante di una proliferazione costante affinché una nazione non vada a estinguersi,
allora  necessario che ogni buon cittadino esorti e ammonisca i suoi simili a


















rispettare l’evangelico precetto”Andate e moltiplicatevi”  dato agli uomini  sia come profezia di abbondanza che come minaccia di estinzione.


  Perciò, non ci stupiremo
se tra i Celti, come i migliori storici tramandano,



l’arte della medicina fosse tenuta nella massima considerazione.
non solo essi predisponevano di ogni sorta di ricovero per i malati,
ma avevano anche i migliori chirurghi capaci di curare qualsiasi male e sopra ogni cosa















si curavano che
la maternità fosse protetta da
qualsiasi casuale accidente
Infatti avevano adottato un piano per cui
non solo alle donne ricche,  
ma anche alle più indigenti,



fosse,  con minima spesa, ogni cura assicurata.
  

La partoriente già allora e nel séguito non doveva subire alcuna molestia dato che qualunque cittadino la considerava fonte di prosperità e che il generare prole fosse caratteristica della donna non diversamente di come l’eternità fosse quella degli Dei.

Così quando era il momento, tra tutte le  altre che la sollecitavano a farsi ricoverare all’ospedale, la partoriente stessa aveva un immenso desiderio di essere tasportata con un veicolo al reparto.
O gesta di prudente nazione degna di lode!
Appena lei sentiva che era iniziato il travaglio loro vedendo già in lei la madre, cominciavano subito  a blandirla.



Già prima di nascere il bambino era  beato
Nel grembo materno era venerato. Ogni cosa veniva fatta in modo acconcio a quel caso. Le ostetriche gli preparavano una culla con sano cibo ristoratore
e pannolini lindissimi con saggia preveggenza come se il parto fosse già avvenuto: per non dire
dei medicinali necessari e degli strumenti chirurgici adatti al caso
e senza dimenticare le immagini dei più vari  ameni panorami delle varie latitudini del globo offerte insieme ad altre immagini divine e umane, sulle quali le femmine meditassero al fine di raggiungere la dilatazione e un facile rilascio del neonato
nella eccelsa assolata ben costrutta splendida magione delle madri allorquando palesemente a doglie avanzate, conviene che siano qui venute a giacere per portare a termine il parto

1 commento: