domenica 16 novembre 2014

Ulisse 1°Ep.8°quadro:Testo Originale con traduzione a fronte e note(Link a Doc.google Drive )SI PARLA DI SOLDI e di SERVI

                                                                                                                                                                                                                                                   
Edoardo VII con le sue insegne - www.talismancoins.com
Quando è il dì dell'incoronazione
Che bella festa,
Che bel festino          
Con whisky,birra e vino 
 
Che bella festa,
che bel festin                     
Il dì dell'Incoronazion!
  


  Link a Doc.google Drive                  
 Ulisse-1°episodio:Telemaco 
8° quadro:si parla di soldi e di servi
Testo Originale inglese
con traduzione italiana  a fronte e note

Ulisse 1 episodio VIII quadro :Si parla di soldi e di servi

Lettura ad alta voce testo italiano

Testo Italiano con link alle note 

di http://joyceproject.com/

Traduzione:Giulio de Angelis
1904 metà corona,con la testa di re Edoardo VII

-Oh issa Kinch!
     La voce di Buck Mulligan cantava di dentro la torre. Si avvicinò al sommo della scala, ripetendo il richiamo. Stephen, ancora tremando al grido della sua anima, udì un caldo scorrere di luce solare e parole amiche nell’aria alle sue spalle.
    -Dedalus, scendi, da bravo marmocchio. La colazione è pronta. Haines fa le sue scuse per averci svegliati la notte scorsa. Tutto è in regola.
    -Vengo, disse Stephen volgendosi.
    -Forza, per amor di Gesù, disse Buck Mulligan, per amore di me e per amore di tutti noi.
    La sua testa sparì e riapparve.
    -Gli ho detto del tuo simbolo dell'arte irlandese. Dice che è molto ben trovato. Spremigli una sterlina, ti va?  Una ghinea, piuttosto.
  -Mi pagano stamattina, disse Stephen.
    -Quel casino di scuola? disse Buck Mulligan. Quanto? Quattro sterline? Prestacene una.
    -Se ti serve, disse Stephen.
 1900 tre pence, con la testa della regina Vittoria.
Shilling
Sovereign
    -Quattro sovrane splendenti, gridò Buck Mulligan con gusto.Faremo una grandiosa bevuta da sbalordire i druidici druidi. Quattro onnipotenti sovrane. Agitò le braccia in aria e caracollò giù per gli scalini di pietra, cantando stonato con accento londinese:

    Calda solarità in festa sul mare. Il bacile di nichel brillava, dimenticato,sul parapetto. E perché dovrei portarlo giù? Oppure lasciarlo là tutto il giorno, amicizia dimenticata?
    Si avvicinò, lo tenne un po’ tra le mani, sentendone il fresco, annusando la bava collosa della schiuma in cui stava impegolato il pennello.
http://viaggi.repubblica.it/articolo/in-cammino-da-mille-anni/205718

Così reggevo il bossolo dell'incenso in quel tempo a Clongowes. Ora sono un altro eppure sempre lo stesso. Sempre un servo. Il servitore di un servo.

lunedì 29 settembre 2014

Ulisse 1°Ep.7°quadro:Testo Originale con traduzione a fronte e note(Link a Doc.google Drive )


 la famiglia Joyce nel 1888

Link a

versione originale inglese da  http://joyceproject.com/
Con links alle note

a fronte
Trad da Giulio De Angelis  -  Arnoldo Mondadori  Editore - XI Edizione  Medusa Agosto1970
Cappello edoardiano
decorato
con ala d'uccello




"Fantomatica gioia, piegata e messa via. profumata di muschio."


ventaglio di piume vittoriano,
visualizzato
in Pitts Rivers Museum, Oxford

Ulisse 1°Epidodio VII quadro: Ricordo della madre morta

Lettura ad alta voce testo italiano

Testo Italiano con link alle note 

di http://joyceproject.com/

Traduzione:Giulio de Angelis

Ombre silvane attraversavano fluttuando silenziose la pace mattutina
dalla cima della scala verso il mare dove egli teneva fisso lo sguardo.
Sulla spiaggia e più al largo biancheggiava lo specchio d'acqua sommosso da piedi frettolosi dai leggeri calzari. Bianco seno di fosco mare. Vocaboli paralleli, a due a due. Mano che pizzica le corde dell'arpa congiungendo gli accordi paralleli. Biancondose appaiate parole baluginanti sulla fosca marea.
Una nuvola cominciò a coprire lentamente il sole ombreggiando la baia di verde più fondo. Era alle sue spalle, bacino d'amare acque. La canzone di Fergus: la cantavo da solo in casa, tenendo in sordina i lunghi cupi accordi. La porta della sua camera era aperta: lei voleva sentire la mia musica. Silenzioso di sgomento e pietà mi avvicinai al suo capezzale. Piangeva nel suo letto sciagurato. Per quelle parole, Stephen: l'amaro mistero dell’amore.
    E ora dove?
I suoi segreti: vecchi ventagli di piume, carnets di ballo con le nappe, incipriati di muschio, un fronzolo di chicchi d’ambra nel cassetto chiuso a chiave. Una gabbia da uccelli era appesa alla finestra soleggiata di casa sua quand'era bambina. Aveva sentito il vecchio Royce cantare nell’operetta di Turko il terribile e riso con gli altri quand'egli cantava:
   Fantomatica gioia, piegata e messa via. profumata di muschio.
    Non appartarti più per ruminare
Piegata e messa via nella memoria della natura con i suoi balocchi. Ricordi gli assalivano il cervello rimuginante. Il bicchier d'acqua del rubinetto di cucina quando si era accostata al sacramento. Una mela svuotata, piena di zucchero caramellato, a rosolarsi per lei sul focolare in una buia sera d'autunno.  Le sue unghie affusolate rosse del sangue di pidocchi strizzati di sulle camicie dei bambini.
    In un sogno, silenziosamente, era venuta a lui, il corpo consumato nel molle sudario spandeva un sentore di cera e di legno di rosa, I'alito chino su di lui con mute segrete parole, un lieve odore di ceneri bagnate.
    I suoi occhi invetrati, fissi da oltre la morte, per scuotere e  piegare la mia anima. Su me solo. La candela fantasma a illuminare la sua agonia. Luce spettrale sul viso tormentato. Il forte respiro rauco rantolante d'orrore,mentre tutti pregavano in ginocchio. I suoi occhi su di me per abbattermi. Liliata rutilantium te confessorum turma circumdet: jubilantium te virginum chorus excipiat.
    Lemure! Masticatore di cadaveri!
No, mamma. Lasciami stare e lasciami vivere.

domenica 28 settembre 2014

Ulisse1 Episodio Telemaco: Quadri da I a VII

In questo spezzone  si vedono moltissime immagini 
relative a quanto è stato letto nei Posts precedenti:
Film Ulysses
Gran Bretagna, USA 1967Genere: Drammaticodurata 132'b/n
Regia di Joseph Strick
Con Barbara Jefford, Milo O'Shea, Maurice Roëves, T.P. McKenna, Martin Dempsey, Sheila O'Sullivan, Graham Lines, Peter Mayock...

La recensione di sasso67 su

"Misurarsi con un capolavoro della letteratura è sempre una fatica improba. Figurarsi quando si tratta di un romanzo sui generis come l’Ulisse di Joyce, nel quale la trama, per così dire, è costituita dal girovagare di alcuni personaggi attraverso Dublino in un giorno normalissimo d’inizio Novecento ed alla narrazione dei fatti è spesso intercalato il monologo interiore dei personaggi.

sabato 24 maggio 2014

Ulisse 1°Ep.6°quadro:Testo Originale con traduzione a fronte e note(Link a Doc.google Drive )



versione originale inglese da  http://joyceproject.com/
Con links alle note

a fronte
Trad da Giulio De Angelis  -  Arnoldo Mondadori  Editore - XI Edizione Medusa Agosto 1970

Ulisse 1 episodio VI quadro :Recriminazioni

Lettura ad alta voce testo italiano 


Testo Italiano con link alle note 

di http://joyceproject.com/

Traduzione:Giulio de Angelis


Di colpo Buck Mulligan si accigliò e disse:
  -Che cosa? Dove? Non mi ricordo di niente. Ricordo soltanto idee e sensazioni. Perché? Che cosa è successo in nome di Dio?
  -Stavi facendo il tè, disse Stephen, ed io ho attraversato il pianetottolo per prendere un altro po' di acqua calda. Tua madre uscì dal salottino con qualcuno ch'era venuto a trovarla. Ti domandò chi c'era in camera tua.
  -E allora? disse Buck Mulligan. Che cosa ho detto? Non me ne ricordo.
    Un rossore che lo fece apparire più giovane e attraente salì alla guancia di Buck Mulligan.
    -Ho detto così? domandò. Be? che male c’è? Si scrollò nervosamente di dosso il proprio impaccio.
-Che cos’è mai la morte, domandò, quella di tua madre o la tua o la mia? Tu non hai visto morire che tua madre. Io li vedo crepare ogni giorno al Mater o al Richmond e tagliati a lasagne in sala anatomica.  E' una cosa bestiale, e nient'altro. Non ha importanza, ecco tutto. Tu non hai voluto inginocchiarti a pregare per tua madre sul letto di morte quando lei te l'ha chiesto. Perché? Perché c'è in te quella maledetta vena di gesuita,
solo che è iniettata a rovescio. Per me non è che una canzonatura, e bestiale.  I suoi lobi cerebrali hanno smesso di funzionare. Lei chiama il dottore Sir Peter Teazle  e coglie ranuncoli dall'imbottita. Assecondala finché dura. Tu hai contrariato la sua ultima volontà in punto di morte e adesso mi tieni il broncio perché non metto su una
mutria da piagnone presa a nolo da Laluette.
E' un'assurdità. Magari l'ho anche detto. Non volevo offendere la memoria di tua madre.
Via via che parlava si era imbaldanzito. Stephen, facendo schermo alle ferite aperte nel suo cuore da quelle parole, disse molto freddamente:
    -Non mi preoccupo dell'offesa fatta a mia madre.
    -Di che cosa allora? domandò Buck Mulligan.
    -Dell'offesa fatta a me, rispose Stephen.
    Buck Mulligan girò sul calcagno.      
    -Oh, che uomo impossibile! esclamò.
    Si allontanò veloce costeggiando il parapetto. Stephen rimase al suo posto, vagando con lo sguardo sul mare tranquillo verso il promontorio. Mare e promontorio adesso si offuscavano. Gli occhi gli pulsavano, velandogli la vista, e si sentiva la febbre alle guance.
    Una voce da dentro la torre urlò:
     -Sei lassù, Mulligan?      
    -Vengo, rispose Mulligan.
    Si voltò verso Stephen e disse:      
    -Guarda il mare. Che cosa gliene importa delle offese? Piantala Loyola, Kinch, e vieni giù. Il sassone reclama le sue trance mattutine di bacon.
    La sua testa tornò a fermarsi per un momento in cima alla scala al livello del tetto.
    -Non mugugnarci sopra tutto il giorno, disse. Io parlo a vanvera. Desisti da codeste ruminazioni.
    La testa scomparve ma il bòmbito della sua voce discendente emergeva rombando dalla cima delle scale:
     Non appartarti più per ruminare
Sull'amaro mistero dellamore

     Poi che Fergus governa i bronzei cocchi.


giovedì 22 maggio 2014

Ulisse 1°Ep.5°quadro:Testo Originale con traduzione a fronte e note(Link a Doc.google Drive )

Martire S.Orsola; 

cliccare qui sotto

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versione originale inglese annotato

con a fronte la traduzione italiana di
Giulio De Angelis  -  Arnoldo Mondadori Editore - XI Edizione Medusa Agosto 1970

Ulisse1 episodio V quadro: Stephen dubita che l'amicizia di Mulligan sia sincera

Lettura ad alta voce testo italiano 

Testo  Italiano con link alle note 

di http://joyceproject.com/

Traduzione:Giulio de Angelis

-Guardati, disse, o tremendo bardo.
    Stephen si chinò in avanti e scrutò lo specchio lui offerto, rigato da un'obliqua incrinatura, ritti i capelli. Come mi vedono lui e gli altri.  Chi mi ha scelto questa faccia? Questo corpo d’un cane da spidocchiare.  Lo domanda anche a me.
    -L'ho pizzicato nella stanza della sguattera, disse Buck Mulligan. Per lei va benissimo. La zia tiene sempre serve brutte per Malachi. Non lo indurre in tentazione. Si chiama Orsola.
    Tornato a ridere sottrasse lo specchio agli occhi scrutatori di Stephen.
    -O rabbia di Calibano perché non si vede la faccia in uno specchio, disse. Ci fosse ancora Wilde a vederti.
    Tirandosi indietro e puntando il dito, Stephen disse con amarezza:
     -E' un simbolo dellarte irlandese. Lo specchio incrinato duna serva.
    Improvvisamente Buck Mulligan allacciò il braccio a quello di Stephen e si mise a passeggiare con lui attorno alla torre, il rasoio e lo specchio stridenti nella tasca dove li aveva cacciati.
    -Non sta bene tormentarti così vero Kinch? disse bonariamente. Lo sa Dio che vali più di tutti loro.
    Un'altra parata. Teme la lancetta della mia arte come io temo quella della sua. Il freddo acciaio della penna.
    -Specchio incrinato di una serva. Diglielo a quel bue del piano di sotto e prova a cavargli una ghinea. Puzza di soldi lontano un miglio e dice che non sei un gentiluomo. Il suo vecchio ha fatto il gruzzolo vendendo scialappa agli Zulu o con qualche altro porco imbroglio del genere. Dio mio, Kinch, basterebbe che io e te lavorassimo insieme, potremmo far qualcosa per la nostra isola. Ellenizzarla.
    Il braccio di Cranly. Il suo braccio.
     -Pensare che devi chiedere la carità a questi porci. Io sono il solo a sapere quel che vali. Perché non mi dài più fiducia? Che cosè che ti fa torcere il naso contro di me? Haines? Se fa tanto di piantare baccano qui porto giù Seymour e gli diamo una lezione peggio di quella che hanno appioppata a Clive Kempthorpe.
  Giovani urla di voci danarose nella stanza di Clive Kempthorpe. Visipallidi: si tengono la pancia dal ridere, sorreggendosi a vicenda. Oh, cè da crepare! Recale la notizia con riguardo Aubrey!  Qui io muoio!  Con la camicia ridotta a fettucce staffilando l'aria saltabecca e brancola intorno al tavolo, i pantaloni calati alle calcagna, rincorso da Ades di Magdalen con le cesoie da sarto. Faccia di vitello sgomento dorata di marmellata d'arance. Non voglio essere messo a culo nudo! Non fate gli stupidi con me!
    Dalla finestra aperta gridìo che sconcerta la sera nel cortile. Un giardiniere sordo, in grembiule, mascherato con la faccia di Matthew Arnold, spinge la falciatrice nel prato in ombra aguzzando le ciglia verso lo svolìo dei fili d'erba.
    -Che resti pure, disse Stephen. Niente da ridire sul suo conto eccetto di notte.
    -Allora che cè? domandò Buck Mulligan spazientito. Sputa fuori. Io con te parlo chiaro. Che cos’hai adesso contro di me?
    Si fermarono, guardando verso il capo smussato di Bray Head che si stendeva sull'acqua come il grugno duna balena addormentata. Stephen liberò piano il braccio.
    -Vuoi che te lo dica? domandò.
    -Sì, che cè? rispose Buck Mulligan. Io non ricordo nulla.
    Scrutava Stephen in faccia così parlando. Una lieve brezza gli passò sulla fronte, sventagliandogli mollemente i biondi capelli spettinati e suscitandogli argentei luccichii d'ansia negli occhi.
Stephen, avvilito dalla propria voce, disse:
    -Ti ricordi il primo giorno che sono venuto a casa tua dopo la morte di mia madre?