sabato 10 gennaio 2015

Ulisse- 1 episodio :Telemaco - X quadro: La lattaia "Simbolo dell'Irlanda colonizzata

Lettura ad alta voce testo italiano 10°quadro -1°Ep.Telemaco: La lattaia "Simbolo dell'Irlanda colonizzata(10°video)

                                                                       


                                            Testo con link alle note 

                                                            di http://joyceproject.com/

                                                           Trascritto da Traduzione di: 

                                            Giulio de Angelis Medusa Mondadori 1970 


Il vano della porta fu oscurato da una figura che entrava.
-Il latte, signore.

-Avanti, signora, disse Mulligan. Kinch, prendi il bricco.

    Una vecchia si fece avanti e si fermò accanto a Stephen.

      -E' una bella giornata, signore. disse. Sia gloria al Signore.

 -A chi? disse Mulligan, dandole un’occhiata. Ah sì, naturalmente.
    Stephen si sporse all'indietro e prese il bricco del latte dalla credenza.
    -Gli isolani, disse Mulligan a Haines come di passata, parlano spesso dell' esattore di prepuzi.
    -Quanto, signore? domandò la vecchia.
    -Due pinte, disse Stephen.
    La guardò mentre versava nel misurino e di lì nel bricco il pingue latte bianco, non il suo. Vecchie mammelle avvizzite. Ne versò un'altra misura colma e una giunta. Vecchia e segreta era entrata da un mondo mattutino, forse una messaggera. Vantava la bontà del latte, nel versarlo. Accoccolata presso una vacca paziente all'alba nel pascolo lussureggiante, strega sul suo fungo velenoso, dita grinzose alacri sui capezzoli sprizzanti. Muggivano intorno a lei che ben conoscevano, le bestie seriche di rugiada. Seta delle mucche e povera vecchietta, nomi che le si davano nei tempi andati. Una vegliarda errante, umile forma di un'immortale che serve chi la conquise e chi allegramente la tradì, loro druda comune, messaggera del segreto mattino. Se per servire o per rampognare, lui non avrebbe saputo dirlo: ma sdegnava di sollecitarne i favori.
    -Proprio così, signora, disse Buck Mulligan, versando il latte nelle tazze.
    -Lo assaggi, signore, disse lei.
    Egli bevve al suo invito.
    -Se soltanto potessimo vivere di cibo buono come questo, le disse a voce piuttosto alta,   non avremmo il paese pieno di denti guasti e budella marce. Si vive in una palude infetta, si mangia cibo da pochi soldi con strade lastricate di polvere, merda di cavallo e sputi di tisici.
    -Lei studia per medico, signore? domandò la vecchia.
    -Sì, signora, rispose Buck Mulligan.
    Stephen ascoltava in sdegnoso silenzio. Quella china la vecchia testa a una voce che le parla forte, il suo conciaossa, il suo stregone:  me mi sdegna.  Alla voce di colui che la confesserà e che ungerà per la tomba tutto quel che resta di lei salvo i lombi immondi di donna, di carne d'uomo non fatta a somiglianza di Dio, preda del serpente. E alla voce alta che ora le impone di tacere con occhi stupiti incerti.
    -Capisce quel che le dice? domandò Stephen.
    -Parla francese, signore? disse la vecchia a Haines.
    Haines tornò a parlarle, un più lungo discorso, sicuro di sé.
    -Irlandese, disse Buck Mulligan. Mastica il gaelico lei?
    -Mi pareva che fosse irlandese, disse lei, dal suono. Lei è dell'ovest, signore?
    -Sono un inglese, rispose Haines.
    -E' inglese, disse Buck Mulligan, e pensa che dovremmo parlare irlandese in Irlanda.
    -Certo che dovremmo, disse la vecchia, e io mi vergogno di non parlarlo. Mi dicono quelli che se ne intendono che è una gran lingua.
    -Grande non è la parola, disse Buck Mulligan.E' semplicemente meravigliosa. Versaci un altro po di tè, Kinch. Ne gradisce una tazza, signora?
      -No, grazie, signore, disse la vecchia, infilandosi il manico del bidone nell'avambraccio e disponendosi ad andarsene.
    Haines le disse:
    -Ha portato il conto? Sarebbe meglio pagarla, vero,Mulligan?
    Stephen tornò a riempire le tre tazze.
    Buck Mulligan sospirò e riempitasi la bocca di una crosta di pane generosamente imburrata da tutte e due le parti allungò le gambe e cominciò a frugarsi nelle tasche dei pantaloni.
    -Paghi col sorriso sulle labbra, gli disse Haines gaiamente.
    Stephen riempì una terza tazza, il denso ricco latte colorandosi debolmente d'una cucchiaiata di tè. Buck Mulligan cavò fuori un fiorino, lo rigirò tra le dita e gridò:
    -Miracolo!
    Lo fece passare lungo la tavola verso la vecchia, dicendo:      
    Stephen le depose la moneta nella mano passiva.
    -Dobbiamo ancora due pence, disse.
    -C'è tempo, signore, disse la vecchia prendendo la moneta. C'è tempo. Buongiorno, signore.
    Fece la sua riverenza e se ne andò, seguita dalla tenera cantilena di Buck Mulligan:     
                 -Cuor del mio cuore, se più ce ne fosse,
                  Più ne sarebbe messo ai tuoi piedi.
    Si voltò a Stephen e disse:
    -Sul serio, Dedalus. Sono all'asciutto. Fa una corsa a quel casino della tua scuola e portaci un po' di soldi



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Link a Drive Ulisse- 1 episodio :Telemaco -


X quadro: La lattaia "Simbolo dell'Irlanda colonizzata

         Testo Originale con traduzione a fronte 

e note da joyceproject.com

        Con l'aiuto di google ho cercato di tradurre qualche passo dalla seguente nota 
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Nei primi  capitoli tre sono le meditazioni sul latte:Stefano, in piedi accanto al lattaia, "  La guardò mentre versava nel misurino e di lì nel bricco il pingue latte bianco, non il suo. Vecchie mammelle avvizzite. "Bloom preleva" la brocca che il lattaio del Hanlon aveva appena lasciato per lui , "e si trova poi a guardare il seno della moglie:« abbassò calmo gli occhi sulla mole di lei e tra le sue grandi tette morbide, pendule entro la camicia da notte come quelle di una capra"
La lattaia, pittura ad olio 
di Jan Vermeer, ca. 1658,
visualizzato nel Rijksmuseum, Amsterdam.
 
Fonte: Wikimedia Commons.i

La parola "latte" appare 70 volte nel romanzo, sollevando una serie di associazioni.









Alice Milligan.     
nazionalista irlandese
attiva nella lega gaelica
Fonte: leargas.blogspot.com
  



"Seta delle vacche e povera vecchia"sono entrambi nomi dati per l'Irlanda" in tempi antichi ", così Stephen pensa alla vecchia lattaia come rappresentante mitica della nazione.
Stephen immagina la lattaia come un umile avatar, " la forma umile di un immortale . " Ha appena pensato a lei come a una "povera vecchia," invocando il Shan Van Vocht della mitologia irlandese, e la sua fantasia di lei come " una vecchia errante "sembra tenerci in questa orbita simbolico. 
Ma " un messaggero "ci proietta nella sfera della divinità omerica, paragonando la vecchia ad Atena, che appare due volte per Telemaco, sotto forma di un vecchio per dirgli cosa fare.

Prima pagina delprimo numero 
di Shan Van Vocht. 
Fonte: leargas.blogspot.com. 
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NOTA* Purtroppo la formattazione che io vedo scrivendo, non sempre corrisponde a ciò che si vede. ....Qualche esperto di blogspot può darmi consigli?