giovedì 22 maggio 2014

Ulisse1 episodio V quadro: Stephen dubita che l'amicizia di Mulligan sia sincera

Lettura ad alta voce testo italiano 

Testo  Italiano con link alle note 

di http://joyceproject.com/

Traduzione:Giulio de Angelis

-Guardati, disse, o tremendo bardo.
    Stephen si chinò in avanti e scrutò lo specchio lui offerto, rigato da un'obliqua incrinatura, ritti i capelli. Come mi vedono lui e gli altri.  Chi mi ha scelto questa faccia? Questo corpo d’un cane da spidocchiare.  Lo domanda anche a me.
    -L'ho pizzicato nella stanza della sguattera, disse Buck Mulligan. Per lei va benissimo. La zia tiene sempre serve brutte per Malachi. Non lo indurre in tentazione. Si chiama Orsola.
    Tornato a ridere sottrasse lo specchio agli occhi scrutatori di Stephen.
    -O rabbia di Calibano perché non si vede la faccia in uno specchio, disse. Ci fosse ancora Wilde a vederti.
    Tirandosi indietro e puntando il dito, Stephen disse con amarezza:
     -E' un simbolo dellarte irlandese. Lo specchio incrinato duna serva.
    Improvvisamente Buck Mulligan allacciò il braccio a quello di Stephen e si mise a passeggiare con lui attorno alla torre, il rasoio e lo specchio stridenti nella tasca dove li aveva cacciati.
    -Non sta bene tormentarti così vero Kinch? disse bonariamente. Lo sa Dio che vali più di tutti loro.
    Un'altra parata. Teme la lancetta della mia arte come io temo quella della sua. Il freddo acciaio della penna.
    -Specchio incrinato di una serva. Diglielo a quel bue del piano di sotto e prova a cavargli una ghinea. Puzza di soldi lontano un miglio e dice che non sei un gentiluomo. Il suo vecchio ha fatto il gruzzolo vendendo scialappa agli Zulu o con qualche altro porco imbroglio del genere. Dio mio, Kinch, basterebbe che io e te lavorassimo insieme, potremmo far qualcosa per la nostra isola. Ellenizzarla.
    Il braccio di Cranly. Il suo braccio.
     -Pensare che devi chiedere la carità a questi porci. Io sono il solo a sapere quel che vali. Perché non mi dài più fiducia? Che cosè che ti fa torcere il naso contro di me? Haines? Se fa tanto di piantare baccano qui porto giù Seymour e gli diamo una lezione peggio di quella che hanno appioppata a Clive Kempthorpe.
  Giovani urla di voci danarose nella stanza di Clive Kempthorpe. Visipallidi: si tengono la pancia dal ridere, sorreggendosi a vicenda. Oh, cè da crepare! Recale la notizia con riguardo Aubrey!  Qui io muoio!  Con la camicia ridotta a fettucce staffilando l'aria saltabecca e brancola intorno al tavolo, i pantaloni calati alle calcagna, rincorso da Ades di Magdalen con le cesoie da sarto. Faccia di vitello sgomento dorata di marmellata d'arance. Non voglio essere messo a culo nudo! Non fate gli stupidi con me!
    Dalla finestra aperta gridìo che sconcerta la sera nel cortile. Un giardiniere sordo, in grembiule, mascherato con la faccia di Matthew Arnold, spinge la falciatrice nel prato in ombra aguzzando le ciglia verso lo svolìo dei fili d'erba.
    -Che resti pure, disse Stephen. Niente da ridire sul suo conto eccetto di notte.
    -Allora che cè? domandò Buck Mulligan spazientito. Sputa fuori. Io con te parlo chiaro. Che cos’hai adesso contro di me?
    Si fermarono, guardando verso il capo smussato di Bray Head che si stendeva sull'acqua come il grugno duna balena addormentata. Stephen liberò piano il braccio.
    -Vuoi che te lo dica? domandò.
    -Sì, che cè? rispose Buck Mulligan. Io non ricordo nulla.
    Scrutava Stephen in faccia così parlando. Una lieve brezza gli passò sulla fronte, sventagliandogli mollemente i biondi capelli spettinati e suscitandogli argentei luccichii d'ansia negli occhi.
Stephen, avvilito dalla propria voce, disse:
    -Ti ricordi il primo giorno che sono venuto a casa tua dopo la morte di mia madre?


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