venerdì 11 agosto 2017

Ulisse 2°Episodio VIII quadro: Mr Deasy 5°lustrini, danzanti monete

11/8 Il blog non mi permette più di caricare foto e video - spero sia un problema momentaneo
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Lettura ad alta voce 8°quadro da Youtube
12/8 Problema risolto avrei dovuto aver più pazienza ed aspettare!

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Lettura ad alta voce

Testo italiano con link alle note di 
Traduzione: Giulio de Angelis

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Stephen sollevò i fogli che aveva in mano.
- Bene, signore, cominciò.
- Prevedo, disse Mr Deasy, che lei non durerà molto a lungo in questo lavoro. Non è nato per insegnare, mi pare. Forse sbaglio.
- Per imparare piuttosto, disse Stephen.
E qui cos'altro imparerai?
Mr Deasy scosse la testa.
- Chissà? disse. Per imparare bisogna essere umili. Ma la vita è la grande maestra.
Stephen fece di nuovo frusciare i fogli.
- Quanto a questi, cominciò.
- Sì, disse Mr Deasy. Ne ha due copie lì. Se potesse farle pubblicare subito.
- Proverò, disse Stephen, e le farò sapere qualcosa domani. Conosco un poco due drettori di giornali.
- Basta così, disse vivacemente Mr Deasy. Ho scritto iersera all'On. Field. Oggi c'è una riunione dell'associazione dei commercianti di bestiame al City Arms Hotel. Gli ho chiesto di comunicare la mia lettera alla riunione. Veda se può farla pubblicare nei suoi due giornali. Quali sono?
- L'Evening Telegraph...
- Basta così, disse Mr Deasy. Non c'è tempo da perdere. Ora devo rispondere a quella lettera di mio cugino.
- Buon giorno, signore, disse Stephen, mettendosi i fogli in tasca. Grazie.
- Di nulla, disse Mr Deasy frugando fra le carte sullo scrittoio. Mi piace spezzare una lancia con lei, vecchio come sono.
- Buon giorno, signore, ripeté Stephen, inchinandosi alla schiena curva dell'altro.
Uscì attraverso il portico aperto e giù per il viale inghiaiato sotto gli alberi, udendo grida di voci e schiocchi di bastoni dal campo di gioco. I leoni accosciati sui pilastri nel passare attraverso il cancello: terrori sdentati. Però lo aiuterò nella sua lotta. Mulligan mi affibbierà un nuovo nomignolo: il bardo bazzicabovi.
- Mr Dedalus!
Mi corre dietro. Niente altre lettere, spero.
- Solo un momento.
- Sì, signore, disse Stephen, voltandosi sul cancello.
Mr Deasy si fermò, ansimando e deglutendo il fiato.
- Volevo soltanto dire, disse. L'Irlanda, dicono, ha
l'onore di essere il solo paese che non ha mai perseguitato gli ebrei. Lo sa lei? No. E sa perché?
Mostrò un severo cipiglio all'aria luminosa.
- Perché, signore? chiese Stephen cominciando a sorridere.
- Perché non li ha mai lasciati entrare, disse solennemente Mr Deasy.
Un grumo tossicoloso di riso gli balzò dalla gola tirandosi dietro una sferragliante catena di catarro. Si voltò indietro svelto, tossendo, ridendo, agitando in aria le braccia levate.
- Non li ha mai lasciati entrare, esclamò di nuovo attraverso il riso mentre calpestava con piedi inghettati la ghiaia del viale. Ecco perché.
Sulle sue sagge spalle attraverso la scacchiera delle foglie ll sole lanciava lustrini, danzanti monete.
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versione originale inglese da http://joyceproject.com/
Trad Giulio De Angelis - Arnoldo Mondadori Editore -
XI Edizione Medusa Agosto 1970

Ulisse 2°Episodio quadro 8°del 2°ep di Ulisse "Mr Deasy5 : lustrini, danzanti monete"

                          inglese                                                                italiano

Stephen raised the sheets in his hand.

— Well, sir, he began...
— I foresee, Mr Deasy said, that you will not remain here very long at this work. You were not born to be a teacher, I think. Perhaps I am wrong.
— A learner rather, Stephen said.
And here what will you learn more?
Mr Deasy shook his head.
— Who knows? he said. To learn one must be humble. But life is the great teacher.
Stephen rustled the sheets again.
— As regards these, he began.
— Yes, Mr Deasy said. You have two copies there. If you can have them published at once.
— I will try, Stephen said, and let you know tomorrow.
I know two editors slightly.
— That will do, Mr Deasy said briskly. I wrote last night to Mr Field, M.P. There is a meeting of the cattletraders' association today at the City Arms hotel. I asked him to lay my letter before the meeting. You see if you can get it into your two papers. What are they?

—  The Evening Telegraph...
— That will do, Mr Deasy said. There is no time to lose. Now I have to answer that letter from my cousin.
— Good morning, sir, Stephen said, putting the sheets in his pocket. Thank you.
— Not at all, Mr Deasy said as he searched the papers on his desk. I like to break a lance with you, old as I am.
— Good morning, sir, Stephen said again, bowing to his bent back.
He went out by the open porch and down the gravel path under the trees, hearing the cries of voices and crack of sticks from the playfield. The lions couchant on the pillars as he passed out through the gate: toothless terrors. Still I will help him in his fight. Mulligan will dub me a new name: the bullockbefriending bard.
— Mr Dedalus!
Running after me. No more letters, I hope.
— Just one moment.
— Yes, sir, Stephen said, turning back at the gate.
Mr Deasy halted, breathing hard and swallowing his breath.
— I just wanted to say, he said. Ireland, they say, has the honour of being the only country which never persecuted the jews. Do you know that? No. And do you know why?
He frowned sternly on the bright air.

— Why, sir? Stephen asked, beginning
to smile.
— Because she never let them in, Mr Deasy said solemnly.
A coughball of laughter leaped from his throat dragging after it a rattling chain of phlegm. He turned back
quickly, coughing, laughing, his lifted arms waving to the air.
— She never let them in, he cried again
through his laughter as he stamped on gaitered feet over the gravel of the path. That's why.
On his wise shoulders through the checkerwork of leaves the sun flung spangles, dancing coins.
Stephen sollevò i fogli che aveva in mano.
- Bene, signore, cominciò.
- Prevedo, disse Mr Deasy, che lei non durerà molto a lungo in questo lavoro. Non è nato per insegnare, mi pare. Forse sbaglio.
- Per imparare piuttosto, disse Stephen.
E qui cos'altro imparerai?
Mr Deasy scosse la testa.
- Chissà? disse. Per imparare bisogna essere umili. Ma la vita è la grande maestra.

Stephen fece di nuovo frusciare i fogli.
- Quanto a questi, cominciò.
- Sì, disse Mr Deasy. Ne ha due copie lì. Se potesse farle pubblicare subito.

- Proverò, disse Stephen, e le farò sapere qualcosa domani. Conosco un poco due drettori di giornali.
- Basta così, disse vivacemente Mr Deasy. Ho scritto iersera all'On. Field. Oggi c'è una riunione dell'associazione dei commercianti di bestiame al City Arms Hotel. Gli ho chiesto di comunicare la mia lettera alla riunione. Veda se può farla pubblicare nei suoi due giornali. Quali sono?
- L'Evening Telegraph...
- Basta così, disse Mr Deasy. Non c'è tempo da perdere. Ora devo rispondere a quella lettera di mio cugino.
- Buon giorno, signore, disse Stephen, mettendosi i fogli in tasca. Grazie.
- Di nulla, disse Mr Deasy frugando fra le carte sullo scrittoio. Mi piace spezzare una lancia con lei, vecchio come sono.
- Buon giorno, signore, ripeté Stephen, inchinandosi alla schiena curva dell'altro.
Uscì attraverso il portico aperto e giù per il viale inghiaiato sotto gli alberi, udendo grida di voci e schiocchi di bastoni dal campo di gioco. I leoni accosciati sui pilastri nel passare attraverso il cancello: terrori sdentati. Però lo aiuterò nella sua lotta. Mulligan mi affibbierà un nuovo nomignolo: il bardo bazzicabovi.
- Mr Dedalus!
Mi corre dietro. Niente altre lettere, spero.
- Solo un momento.
- Sì, signore, disse Stephen, voltandosi sul cancello.
Mr Deasy si fermò, ansimando e deglutendo il fiato.
- Volevo soltanto dire, disse. L'Irlanda, dicono, ha l'onore di essere il solo paese che non ha mai perseguitato gli ebrei. Lo sa lei? No. E sa perché?

Mostrò un severo cipiglio all'aria luminosa.
- Perché, signore? chiese Stephen cominciando a sorridere.
- Perché non li ha mai lasciati entrare, disse solennemente Mr Deasy.
Un grumo tossicoloso di riso gli balzò dalla gola tirandosi dietro una sferragliante catena di catarro. Si voltò indietro svelto, tossendo, ridendo, agitando in aria le braccia levate.
- Non li ha mai lasciati entrare, esclamò di nuovo attraverso il riso mentre calpestava con piedi inghettati la ghiaia del viale. Ecco perché.
Sulle sue sagge spalle attraverso la scacchiera delle foglie ll sole lanciava lustrini, danzanti monete.


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Elenco Note 8°Quadro da joyceproject